INCONTRI

Lady Lizzano

L’incontro con Rita Macripò, Presidente di Cantine Lizzano

Ero molto curiosa di incontrare il Presidente. È così che la chiamano tutti, quasi come a rimarcare il ruolo, prima che la donna. Non ho voluto sapere molto di lei prima di incontrarla, non ho letto nulla e non ho visto neanche una sua foto, non volevo essere condizionata. Da oltre 20 anni presidente di una Cantina del Sud Italia con 400 soci conferitori, questa era l’unica cosa che mi interessava, il resto lo avrei scoperto dalla sua voce.

Cantine Lizzano è una realtà che affonda le sue radici nel terreno rosso ed assolato della provincia di Taranto sin dalla fine degli anni ‘50, è una storia d’amore e di romanticismo, di tradizione ed innovazione fortemente voluta dalla visione lungimirante del suo fondatore Luigi Ruggieri.

Incontro Rita Macripò all’ora di cena, la giornata per lei è stata scandita dai ritmi della campagna ad inizio vendemmia: la sveglia prima dell’alba, l’arrivo in vigna, i grappoli a riempire le cassette e poi avanti fino ai controlli in cantina e a tutte le operazioni che seguono la raccolta.

È tempo di chardonnay!

“Sai – mi spiega – io vendemmio sin da piccolina, mio padre mi portava in campagna e mi faceva raccogliere i grappoli: ero la figlia predestinata a succedergli, per questo ho iniziato subito e continuo ancora oggi”. Prende il suo smartphone e mi mostra un video girato la stessa mattina che la ritrae insieme ai suoi collaboratori intenta nella raccolta.

Siamo nel centro del paese; mentre gli altri si dirigono verso il ristorante, noi approfittiamo per una breve passeggiata: la cattedrale è ancora aperta, i vicoli sono animati dagli abitanti seduti sull’uscio a chiacchierare e dalla musica popolare che risuona dai locali in pieno clima estivo.

È una donna elegante, con uno spiccato senso per la moda e per gli accessori e due grandi occhi azzurri.

È nata e cresciuta qui, questa è la sua terra, qui vivono le sue tradizioni e le abitudini di una vita molto poco mondana ma con la passione per i viaggi.

Ceniamo all’aperto, con noi ci sono Giuseppe Masini, figlio di Rita, giovane avvocato che coniuga la professione con il ruolo aziendale, l’enologo Angelo Pinto, che nel pomeriggio mi ha guidato in una interessante e dettagliata visita in cantina raccontandomi e mostrandomi il grande lavoro che svolge in azienda da quasi un ventennio, e Davide Guida, responsabile marketing e comunicazione di Cantine Lizzano.

Cucina di mare. Mentre si susseguono le portate, degustiamo alcune delle etichette prodotte dalla cantina, l’atmosfera è conviviale, sono a mio agio ed i racconti, gli aneddoti e le parole scorrono gradevoli insieme al vino. Il presidente mi chiede da quanto tempo sono sommelier e cosa mi ha spinta ad iniziare. Le racconto come è nata la mia passione e come pian piano quello che si può definire un hobby abbia iniziato a prendere sempre più spazio nella mia vita e mi dice:

“Continua per la tua strada, sii determinata; anche se non è ancora così facile per una donna farsi strada in questo mondo, è molto più semplice rispetto a quando ho iniziato io”.

Mi racconta che dopo la nomina si recò in banca per il deposito della firma e l’allora direttore credeva fosse una segretaria, in molti disapprovavano la sua nomina proprio per il fatto che fosse una donna; ci sono voluti tempo, determinazione, autorevolezza e tanto lavoro.

Intervalliamo i racconti con le curiosità. Mi faccio spiegare qualcosa sulla cucina tipica, gli ingredienti più consueti, le ricette più preparate dai lizzanesi. Fanno lo stesso con me e finiamo per parlare dei peperoni cruschi e dell’aglianico del Vulture.

È la magia della tavola, un fluire di sorsi, morsi e parole, di conoscenze condivise.

La domanda su chi siano i suoi uomini di fiducia è spontanea, Rita può contare su uno staff che oltre a svolgere il proprio lavoro in modo professionale è di grande supporto, ci si confronta, si discute, si cerca sempre di migliorare e poi dice: “Oltre a mio marito c’è una persona su cui so di poter contare sin dall’inizio, è il mio vicepresidente Vincenzo Cervellera, che mi ha sempre sostenuta e consigliata criticamente, stando sempre dalla mia parte”.

C’è una cosa che vorrei chiederle sin dall’inizio: come si gestiscono quattrocento soci?

Interviene Giuseppe: “Mia madre prima di diventare presidente non aveva neanche una ruga!”. Sorridiamo, poi lei torna seria e mi dice: “Non è facile, sono tanti, vanno gestite tutte le problematiche e le esigenze ma bisogna avere polso, non farsi sopraffare. Io non sono una che si perde in chiacchiere, sono di poche parole e poi è fondamentale avere una integrità morale. Facevo già parte del consiglio di amministrazione quando fui nominata presidente e le prime parole che dissi furono: – Entro a testa alta, quando uscirò lo farò allo stesso modo – ”.

Ordiniamo i dessert, sono molto curiosa di provare il passito che è stato portato alla giusta temperatura. Parte un divertente scambio di piatti, siamo alla ricerca dell’abbinamento perfetto: cioccolato, marmellata di fichi, frutti di bosco. Credo che se avessi la possibilità di guardare in questo momento il gruppo dall’esterno non avrei affatto la sensazione di sedere al tavolo con persone conosciute poche ore prima.

Domando, il Presidente Rita Macripò come vede il futuro di Cantine Lizzano? Negli anni l’azienda ha attraversato diverse fasi e, come è facile immaginare, alcune più complesse di altre. Ci troviamo in un momento di cambiamento che vede sempre ben presenti territorialità ed identità ma con la voglia di far conoscere il prodotto ad un numero sempre maggiore di consumatori, in Italia e all’estero.

“Stiamo ridisegnando i confini di Cantine Lizzano, forti dell’esperienza pluridecennale e della qualità del vino che mettiamo in bottiglia”.

Si è fatto tardi, il tempo è volato e sono molto soddisfatta. Ho avuto la possibilità di conoscere una di quelle donne che piacciono a me, un modello a cui tendere, una professionista esemplare e che non smetteresti mai di ascoltare. Rita Macripò fa parte di una categoria rara, dove la parte professionale e la parte umana sono perfettamente bilanciate e le durezze e morbidezze si equilibrano come nei migliori dei vini.

Mi saluta con un abbraccio e mi invita a tornare “Qui per te le porte sono sempre aperte, vieni quando vuoi”, l’ospitalità impeccabile e calorosa mi hanno particolarmente colpita, viaggiando molto le differenze le avverti subito.

Torno, magari, prima della fine della vendemmia.

2 commenti

  • Rosanna

    Ciao Lucia, complimenti per l’articolo: lo stile narrativo particolareggiato nei dettagli e intervallato da parentesi più intime, l’eleganza del tono, la lucidità negli argomenti di natura razionale, tutto conferma la tua personalità e lascia il tempo di immaginarti, e poi scoprirti, anche una brava giornalista enologica.
    Ciò che apprezzo di più del tuo progetto editoriale è la rinuncia a porti come personaggio, per emergere per quella che sei davvero, senza costruzioni retoriche intorno ai discorsi. Caratteristica, questa dell’autenticità che, ormai, manca sempre di più nella “blogosfera” degli esperti, degli influencer e dei divulgatori e che conferma essere frutto di competenza e autoconsapevolezza.

    • Lucia

      Ciao Rosanna, leggere le tue parole mi ha fatto molto, molto piacere per due ragioni. La prima, perchè ricevere dei complimenti per qualcosa che si è fatto ed in cui si crede ci rende felici e ci inorgoglisce. La seconda, quella a cui tengo maggiormente, è perchè sei riuscita a cogliere esattamente quello che vuole essere il mio intento. La competenza è la caratteristica che sta alla base di questo progetto ed alla base della scelta delle persone che contribuiscono e contribuiranno a riempire questa “scatola”. Comunichiamo tutti ma credo che farlo in modo autentico, reale, ponendo l’accento sulla forma, si, ma soprattutto sulla sostanza sia un valore aggiunto importante. Grazie.
      Lucia

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *