Le Donne del Vino della Basilicata
È la settimana dedicata alla Donne del Vino. In tutta Italia la rassegna di eventi, che quest’anno è dedicata dal tema “Donne Vino Design”, vede protagoniste le socie dell’Associazione Nazionale Le Donne del Vino.
Chi sono “Le Donne del Vino”? E cosa fanno?
L’Associazione fu presentata durante il Vinitaly del 1988 da 20 socie fondatrici protagoniste del mondo del vino. Oggi il numero delle socie è arrivato a più di 800 donne provenienti da settori diversi ma complementari, produttrici ed enologhe, sommelier e ristoratrici ma anche giornaliste e rappresentati di aziende vinicole. Lo scopo del sodalizio era, ed è tutt’ora, quello di promuovere la conoscenza e la cultura del vino attraverso il proprio contributo professionale in un mondo che, evolvendosi, vede una sempre maggiore presenza femminile.
“L’immagine del vino del terzo millennio appare decisamente femminilizzata grazie al nuovo ruolo delle donne nella produzione, nel commercio e soprattutto nei consumi – dice la nostra Presidente Donatella Cinelli Colombini – per 8.000 anni il vino è stato un ambito quasi solo maschile, ma ormai non è più così. Oggi le donne guidano un terzo delle cantine italiane e il 24% delle imprese commerciali al dettaglio del vino (dati Cribis- Crif). A livello mondiale sono loro a comprare la maggior parte delle bottiglie, il 40% dei corsisti wine expert Wset sono donne e in Asia, le giovani con gli occhi a mandorla stanno assumendo un ruolo protagonista del mercato”.
Ho il piacere di far parte di questa bellissima Associazione insieme a Cristiana da poco più di un anno e quante cose abbiamo già fatto!
La delegazione delle Donne del Vino di Basilicata è capitanata da Carolin Martino, siamo probabilmente la delegazione più giovane d’Italia, un gruppo di ragazze intraprendenti, dominate da passione, tenacia e determinazione.
Dopo la festa d’estate “Summer Wine Party” dello scorso 13 Luglio, organizzata nella bellissima cornice del Carcere Borbonico di Rionero in Vulture, siamo state protagoniste del Forum Internazionale delle Donne del Vino che si è tenuto proprio in Basilicata, a Matera, l’ormai conosciuta Capitale Europea della Cultura 2019.
Dal 16 al 18 Novembre dello scorso anno la città è stata invasa dalle Donne del Vino di tutta Italia per un incontro ricco di spunti e riflessioni che ha segnato una pietra miliare nella storia dell’enologia: per la prima volta le Donne del Vino di tutto il mondo hanno fatto rete con un forum virtuale e insieme abbiamo detto #noallaviolenzasulledonne consegnando il premio “Personaggio dell’Anno 2018” alla scrittrice ed autrice televisiva Matilde D’Errico suggellando, tra l’altro, il ricordo della socia e sommelier Donatella Briosi uccisa dall’ex marito proprio nel 2018.
Per Festa delle Donne del Vino 2019 abbiamo scelto nuovamente Matera, un evento che quest’anno mette sotto i riflettori la creatività. Nella splendida cornice dei Sassi, presso BurBaCa in Via XX Settembre 14 dalle ore 20:00, tutte noi e i vini delle socie faremo da contorno all’esposizione delle opere di Paolo Cicchetti, artista astrattista lucano.
Ma chi sono le Donne del Vino della Basilicata?
Avremo modo di conoscere, una alla volta, loro e le loro aziende in una serie di focus che le vedranno nel ruolo di attrici principali, ma ho pensato di darvi una piccola anticipazione e per farlo mi sono avvalsa delle loro stesse parole.
Ci siamo raccontante sul numero di Dicembre 2018 di DNEWS, il Corriere delle Donne del Vino, supplemento del Corriere Vinicolo, conoscete già me e Cristiana ma chi sono le altre socie?
CAROLIN MARTINO, Casa Vinicola Martino, Rionero in Vulture
“Il mio motto è ‘se la strada è in salita è perché sei destinata ad arrivare in alto’. Mi piace alzarmi ogni mattina sapendo di dover affrontare una nuova sfida, diversa ogni giorno, ricca di sfumature e soluzioni da trovare. Sono diventata sommelier prima e imprenditrice poi, perché sono cresciuta in mezzo alle botti, ai profumi dei travasi, al rumore dell’imbottigliamento e sono qui perché ho sempre visto in questo lavoro la rappresentazione del mio futuro e il sunto del sacrificio fatto dalla mia famiglia per dare identità a questa Cantina che, con il mio ingresso, conta già tre generazioni. Man mano che proseguivo negli studi – mi sono laureata in Economia e Direzione delle Imprese presso la Luiss di Roma -, sentivo forte il desiderio di tornare a casa per dare il mio contributo in azienda. Tornai e compresi le aspettative che gli altri riponevano in me. Da parte mia ho scoperto che, come mio padre, sto investendo tutta me stessa in questo affascinante lavoro che ogni giorno mi regala una nuova sfida. Il mio vino del cuore è l’Aglianico del Vulture, vitigno e vino complesso, ma allo stesso tempo schietto. Io lo definisco un vino paziente, perché va bevuto con un po’ di anni di invecchiamento”.
ERMINIA D’ANGELO, Casa Vinicola D’Angelo, Rionero in Vulture
“Il mio Aglianico è il vino che meglio mi rappresenta per la sua complessità, corposità, eleganza. La passione per questo lavoro mi accompagna fin da bambina, cresciuta in una famiglia che da generazioni si è sempre dedicata alla produzione e diffusione dell’Aglianico del Vulture in Italia e nel mondo, il mio sogno, fin da piccola era diventare parte attiva dell’azienda di famiglia. Appena laureata in Economia ho iniziato a lavorare raggiungendo obiettivi che prima ritenevo impossibili. Ho portato l’Aglianico in paesi come Stati Uniti, Giappone, Nord Europa e ho potuto raccontare la mia meravigliosa terra. La mia musa ispiratrice è mia madre, è anche grazie a lei, ai suoi consigli e ai valori che mi ha trasmesso che cerco di svolgere sempre al meglio e con amore questo lavoro che mi dà grandi soddisfazioni”.
ANGELA DRAGONE, Azienda Dragone, Matera
“Amo la mia terra e con i miei fratelli Michele e Aldo condividiamo questa passione e questo lavoro. L’azienda ha origini antiche, risale al 1882. Oggi degli 80 ettari ne coltiviamo 30 a vigneto, Primitivo, Malvasia di Basilicata, Moscato, Merlot, Cabernet e Greco di Basilicata. Adoro ‘Il Dono’ l’ultima etichetta della nostra azienda, si tratta di un Maera Moro Dop ed è un blend di Primitivo. Nel mio lavoro, ogni giorno, mi ispiro a tutte le Donne che mettono l’amore e la passione in ciò che fanno, che è il nostro naturale valore aggiunto”.
ELENA FUCCI, Azienda Agricola Elena Fucci, Barile
“La nostra storia inizia nel 2000 quando in famiglia si discuteva se vendere i bellissimi vigneti di proprietà che circondano l’abitazione dove sono cresciuta. Siamo a Barile, 600 metri di altezza sul Monte Vulture (antico Vulcano), vigneti di età compresa fra i 55 e i 70 anni di età, fino ad allora coltivati da mio nonno Generoso senza però vinificare. ‘Sei ettari non si tengono per scherzo’ fu la nostra prima impressione, eravamo ormai decisi a vendere poiché i miei genitori sono entrambi insegnanti. Acquirenti non mancarono, ma proprio all’ultimo mi prese un colpo al cuore. Non potevo sopportare che qualcuno mi portasse via i vigneti da sotto lo sguardo. Così decisi di cambiare i programmi di tutta la mia vita e, con la mia famiglia, decidemmo di investire sul territorio e sulla risorsa che aveva permesso a mio padre e ancor prima ai miei nonni e bisnonni di vivere e di crescere nel Vulture. La scelta fin dall’inizio, senza nessun rimpianto, fu quella di puntare tutto su un’unica etichetta; il ‘Titolo’, immaginandolo fin da subito come un vino di serie A, (quelli che i francesi chiamano cru). Un unico vino per motivi oggettivi legati alle rese dei vigneti e la qualità data dalla maturità delle piante; un unico vino per rappresentare al meglio la specificità dell’Aglianico e la territorialità del Vulture; un mix di microclima e di terroir che in Contrada Solagna del Titolo regala una delle migliori espressioni possibili”.
LUANA LOMBARDI, Cantine del Notaio, Rionero in Vulture
“Sono entrata nel mondo del vino per gioco, doveva durare una settimana, ma sono passati cinque anni. Mi ha subito affascinato tutto, i sapori, il profumo del mosto, i colori del vino e il mio titolare, il dottor Giuratrabocchetti che ha creduto in me fin dal primo istante. Sto studiando tanto e, tra poco, sarò Sommelier Ais. Viaggio molto e racconto della mia terra e dei suoi frutti. Lavoro per Cantine del Notaio, dove produciamo Aglianico del Vulture. Una terra vulcanica che ci regala un grande vino e tante soddisfazioni. Il mio ruolo è quello di far conoscere il nostro bene più prezioso. Grazie alla Cantina ho conosciuto l’Associazione ‘Le Done del Vino’. Credo in questo meraviglioso progetto di grandi Donne con grandi valori. Il giovane gruppo di cui faccio parte è ricco di iniziative e buoni propositi e spero di poter apportare, nel mio piccolo, un valore aggiunto per poter crescere e poter essere sempre più una Donna e soprattutto una Donna del Vino”.
ISABEL MONTRONE, Cantine Re Manfredi, Venosa
“Proveniente da una famiglia di viticoltori, non potevo di certo essere immune dal fascino irresistibile del vino. Un’altra grande passione, quella per la letteratura russa, mi ha spinto, dopo il liceo, a iscrivermi alla facoltà di Lingue e letterature straniere dell’Università La Sapienza di Roma. Non avevo mai dubitato che, una volta terminati gli studi, il mio futuro professionale avrebbe avuto a che fare con il vino. E così è stato. L’esperienza maturata nel settore export del Gruppo Italiani Vini, mi ha dato la possibilità di vedere il vino in una prospettiva diversa, quella commerciale per l’appunto. Al Gruppo Italiano Vini mi legava soprattutto la Cantina Terre degli Svevi, tuttora gestita da mio padre e nella quale lavora anche mia madre. Non potevo che scegliere con grande entusiasmo la recente proposta di tornare a vivere nella mia Basilicata e di occuparmi dell’Hospitality e della promozione della cantina”.
GIOVANNA PATERNOSTER, Quarta Generazione, Barile
“Da sempre ho respirato l’odore del mosto, la mia famiglia ha iniziato a produrre vino fin dal 1925, fu il mio bisnonno Anselmo a fondare l’azienda. mamma sommelier e papà enologo, la passione per il vino ce l’ho nel dna. Ma in famiglia c’era già chi sapeva produrre del buon vino quindi ho preferito coprire la parte mancante così ho studiato marketing e comunicazione. Dopo la laurea e terminate alcune esperienze lavorative in altri settori, nel 2016 l’azienda di famiglia viene venduta ma la passione rimane così decido di riprendere la tradizione di casa e riparto da tre ettari di vigne nei pressi di Barile dove produco l’Aglianico del Vulture. Ho deciso di chiamare la mia azienda e il mio vino ‘Quarta Generazione’, un omaggio all’eredità della mia famiglia che mi ha trasmesso passione, forza e determinazione ma con una grafica giovane che guarda al futuro”.